A 18 SOTTOZERO RISTORANTE PIZZERIA

“Squadra che vince non si cambia. E men che meno si cambia il nome”, dichiara Carmelo Sturiale: messinese doc, annata 1982 e alla guida, con tutta la famiglia, di A18 Sottozero. 

“Nel 2006, quando aprimmo il locale di Roccalumera, lo chiamammo così perché uno degli svincoli dell’autostrada si trova proprio in quella cittadina. Sottozero fa invece riferimento al fatto che siamo partiti senza un euro. Anzi, con i debiti. E la situazione non è certo mutata, ora che, facendo un grosso investimento, abbiamo deciso di spostare l’insegna a Sant’Alessio, a circa otto chilometri dal luogo precedente. Tra l’altro siamo sempre vicini all’autostrada Messina-Catania”. 

Quell’A18 che Carmelo macinava per poi prendere un volo per Francoforte. Dove lavorava: nella pizzeria di un cugino. Un mestiere conquistato step by step, dopo aver frequentato l’istituto turistico e aver fatto una bella gavetta qua e là come aiuto pizzaiolo. “Ho preso tanti schiaffi nella vita. Ma gli schiaffi aiutano a crescere”, racconta un Carmelo forte, sicuro e deciso.

“Qui a San’Alessio siamo a 15 metri dal mare”, precisa soddisfatto. “Al pianterreno ci sono il ristorante e la pizzeria. E c’è pure un giardino d’inverno. Mentre al piano superiore sono posizionate dodici camere. Poi abbiamo una grande struttura balneare: 1.200 metri quadrati con tanto di chiosco sulla spiaggia. Perfetto per un aperitivo, uno snack, un gelato. Inoltre, in futuro, allestiremo la terrazza con un lounge bar”.
 
Un progetto ambizioso quello che alimenta la seconda era dell’A18 Sottozero. Sempre con la mamma Rita in cucina, la sorella Rossella in sala e la moglie Alessia alla cassa. “Sono loro i veri pilastri”, tiene a dire Carmelo. Che intanto fa la pizza.

Una pizza all’italiana la sua. Tonda al piatto, con un cornicione non eccessivamente pronunciato. E con impasti nutriti dalle farine Petra 1, Petra 9, Petra 5072 (la Più Vita), semola rimacinata di grano duro e Cerealè. 
“Ma introdurrò il padellino. Per meglio valorizzare alcune farciture a base di pesce. Come un pesce spada abbinato all’avocado, oppure un gambero marinato e sposato con una crema di fave e un po’ di stracchino”, svela il pizzaiolo. Che, in uno spazio essenziale, nudo e crudo (come il pesce), propone le sue grandi classiche, intitolate ad auto cult o a vetture d’epoca. 

Come la 600, summa di mozzarella, porcini, prosciutto cotto, scaglie di grana, pesto e granella di pistacchi. E ancora, la Vespa 50 Special, con pomodorini, burrata, melanzane e prosciutto crudo; l’Alfa Sud, con pomodori secchi, finocchietto e pecorino pepato fresco; e la A18, con pomodoro, cipolla in agrodolce, mollica tostata e baccalà mantecato. Senza tradire alcune pietanze della tradizione siciliana. Dal pesce stocco alla messinese agli involtini di pesce spada.