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Cerere - L'Atelier del Pane


Via Emanuele Filiberto 4 - Canonica Lambro, Triuggio (Monza e Brianza)

Aperto da martedì a sabato dalle 07.30 alle 14.00 

domenica dalle 08.00 alle 14.00

Giorno di chiusura: lunedì

Tel. 0362 827992

CERERE - l'Atelier del Pane

Partner: Corrado Scaglione

Via Emanuele Filiberto 4 - Fraz. Canonica Lambro, Triuggio (MB)

tel 0362 827992

https://www.instagram.com/cerere_bakery/
https://www.facebook.com/cerere.canonicalambro?locale=it_IT
A Canonica di Triuggio è nato l’Atelier del Pane. Parola d’ordine: sartorialità. Perché il pane merita di riprendersi la scena. Anzi, il palcoscenico.

Pane e tulipani, recita il titolo di un film di Silvio Soldini. E se al posto di tulipani, rose, gigli e orchidee si portasse in dono proprio il pane? O meglio, se invece del classico mazzo di fiori si regalasse un bouquet di pane?

L’idea è venuta ai vulcanici capitani di Cerere, l’Atelier del Pane nato in Brianza: in quel di Canonica Lambro. Precisamente davanti alla storica alberata e a pochi passi dalla settecentesca Villa Taverna.

Cerere, come la dea romana delle messi. In un inchino alla terra, ai campi, alle messi, al grano, all'agricoltura. Cerere anche come apice di un’amicizia, nutrita da passione e da visione: quella fra Corrado Scaglione, il dominus del Lipen (a poca distanza dalla nuova insegna); la moglie Francesca Nuzzi, pronta a dividersi fra il pane, la pizza e la sala; Federica Colombo, specializzata in formazione, marketing e comunicazione (nonché assessore del comune di Triuggio); e Orlando Di Tata, per tutti Jimmy, titolare di un bar tabacchi a Monza e marito di Federica. Insomma, una storia d’amore, di fiducia e d’amicizia. Concentrata in un luogo speciale.

“Dove fare il pane, ma anche parlare di pane. Sfornando e informando”, precisa mister Scaglione.
“Perché il pane è una cosa seria. Qualcosa che dobbiamo rimettere al suo posto. Perché sulla tavola lui non è una comparsa. Bensì il re. E deve tornare a far sentire la sua importante presenza”.

Un panificio di nuova generazione. Aperto tutti i giorni (eccetto il lunedì) con orario continuato dalle 7.30 alle 19.30. Mentre la domenica è attivo dalle 8 alle 14. “Anzi, abbiamo anche il pane del dì di festa. Un pane mediterraneo, arricchito da pomodorini secchi, capperi e olive. È buono già così, magari con un filo d’olio”, commenta Scaglione. Che con i sodali ha messo a punto un vero e proprio calendario del pane. Per cambiare gusti tutti i giorni. Spaziando dal pane alle noci a quello multisemi, dal pan brioche a quello col farro monococco, da quello di grano duro a quello integrale, dal pane in cassetta a quello brown, con nocciole e cacao amaro. Ideale con una confettura di albicocche o di lamponi. 

“Alla base c’è sempre il lievito madre vivo. E utilizzo molto la farina Petra 0101 HP, la Bread Petraviva, con grano tenero parzialmente germogliato. Ma anche la tuttograno Petra 9. Mentre per la pizza in pala prediligo la Petra 0102 HP, continua Corrado. Che certo non dimentica Petra Evolutiva e Petra Maiorca. Due farine ambasciatrici di un profondo messaggio di sostenibilità e agrobiodiversità. Farine figlie della Sicilia, come il bakery chef Roberto. 

“Mi piacerebbe anche fare pani capaci di incarnare le ricette della tradizione italiana. Penso a un pane con salsiccia e friarielli, alla carbonara, all’amatriciana, alla Norma”, annuncia Briguglio. Che intanto dà forma a focacce multicereali e alla genovese maniera, e persino con le cipolle cotte nel Prosecco. 

Pane, amicizia e fantasia. Pane festoso, gioioso, radioso. Pane conviviale. Pane da spezzare, condividere e assaporare. Pane da regalare. Pane da confezionare. In un sacchetto o in un pack speciale, suggellato da un bel fiocco. 

“Ma stiamo pensando anche a scatole di latta”, commenta Corrado. Pane da portare in dono, al posto del classico mazzo di fiori, quando si va ospiti a un pranzo o una cena. 

“Prepariamo persino il cestino del pane. Con pagnotte, grissini, crostini e focacce già porzionati. Pronti da mettere al centro della tavola”. All’insegna della sartorialità e del fatto su misura. Come un abito elegante.
A Canonica di Triuggio è nato l’Atelier del Pane. Parola d’ordine: sartorialità. Perché il pane merita di riprendersi la scena. Anzi, il palcoscenico.

Pane e tulipani, recita il titolo di un film di Silvio Soldini. E se al posto di tulipani, rose, gigli e orchidee si portasse in dono proprio il pane? O meglio, se invece del classico mazzo di fiori si regalasse un bouquet di pane?

L’idea è venuta ai vulcanici capitani di Cerere, l’Atelier del Pane nato in Brianza: in quel di Canonica Lambro. Precisamente davanti alla storica alberata e a pochi passi dalla settecentesca Villa Taverna.

Cerere, come la dea romana delle messi. In un inchino alla terra, ai campi, alle messi, al grano, all'agricoltura. Cerere anche come apice di un’amicizia, nutrita da passione e da visione: quella fra Corrado Scaglione, il dominus del Lipen (a poca distanza dalla nuova insegna); la moglie Francesca Nuzzi, pronta a dividersi fra il pane, la pizza e la sala; Federica Colombo, specializzata in formazione, marketing e comunicazione (nonché assessore del comune di Triuggio); e Orlando Di Tata, per tutti Jimmy, titolare di un bar tabacchi a Monza e marito di Federica. Insomma, una storia d’amore, di fiducia e d’amicizia. Concentrata in un luogo speciale.

“Dove fare il pane, ma anche parlare di pane. Sfornando e informando”, precisa mister Scaglione.
“Perché il pane è una cosa seria. Qualcosa che dobbiamo rimettere al suo posto. Perché sulla tavola lui non è una comparsa. Bensì il re. E deve tornare a far sentire la sua importante presenza”.

Un panificio di nuova generazione. Aperto tutti i giorni (eccetto il lunedì) con orario continuato dalle 7.30 alle 19.30. Mentre la domenica è attivo dalle 8 alle 14. “Anzi, abbiamo anche il pane del dì di festa. Un pane mediterraneo, arricchito da pomodorini secchi, capperi e olive. È buono già così, magari con un filo d’olio”, commenta Scaglione. Che con i sodali ha messo a punto un vero e proprio calendario del pane. Per cambiare gusti tutti i giorni. Spaziando dal pane alle noci a quello multisemi, dal pan brioche a quello col farro monococco, da quello di grano duro a quello integrale, dal pane in cassetta a quello brown, con nocciole e cacao amaro. Ideale con una confettura di albicocche o di lamponi. 

“Alla base c’è sempre il lievito madre vivo. E utilizzo molto la farina Petra 0101 HP, la Bread Petraviva, con grano tenero parzialmente germogliato. Ma anche la tuttograno Petra 9. Mentre per la pizza in pala prediligo la Petra 0102 HP, continua Corrado. Che certo non dimentica Petra Evolutiva e Petra Maiorca. Due farine ambasciatrici di un profondo messaggio di sostenibilità e agrobiodiversità. Farine figlie della Sicilia, come il bakery chef Roberto. 

“Mi piacerebbe anche fare pani capaci di incarnare le ricette della tradizione italiana. Penso a un pane con salsiccia e friarielli, alla carbonara, all’amatriciana, alla Norma”, annuncia Briguglio. Che intanto dà forma a focacce multicereali e alla genovese maniera, e persino con le cipolle cotte nel Prosecco. 

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