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Pizzeria Frumento


Piazza Mazzini, Arcireale (Catania)

Aperto tutti i giorni 18:30 - 23:30

Tel. 095 601 496

PIZZERIA FRUMENTO

Partner: Emanuele Serpa

Piazza Mazzini, Arcireale (CT)

Tel. 095 601 496

https://www.instagram.com/frumento.senzafretta/
https://www.facebook.com/frumentoacireale/
Da Frumento, pizza in purezza e senza fretta. Lo ripetono (a voce). Lo scrivono sulle magliette (bianco su nero). Lo stampano sulle tovagliette (in carta riciclata). Lo evidenziano sui cartoni della pizza (da asporto). Quasi fosse un mantra: “Le cose buone arrivano sempre senza fretta”.

Perché senza fretta si ragiona meglio, si riflette meglio, si mangia meglio e si fa tutto meglio. Perché lentamente è sinonimo di consapevolmente. Perché slow fa rima con wow. Loro, quelli di Frumento, la pensano così. In primis il suo deus ex machina Emanuele Serpa: millesimo 1990, catanese (con padre calabrese), idee chiare in testa, spalle solide e piedi per terra. Anche se spesso guida l’auto, premendo con calma l’acceleratore. Per far la spola dall’una all’altra delle sue due insegne, aperte entrambe anche grazie al supporto della moglie Federica Lazzaro. “Io e Federica siamo la stessa cosa e condividiamo tutto”, precisa lui.

Acireale e Catania

Ecco allora il locale capostipite, inaugurato nel 2015 ad Acireale, in piazza Giuseppe Mazzini, laddove un tempo vi era una banca. Segni particolari? Tanto legno, giardini verticali a rinvigorire i muri, tavoli alti e tavoli bassi (per andare incontro a ogni esigenza) e un affaccio privilegiato sulla basilica di San Sebastiano.

“Questo tavolo è richiestissimo. Inoltre, in estate, allestiamo un bel dehors, creando una terrazza su due livelli”, precisa il responsabile di sala Mario Musmarra, indicando sia il desco-vetrina con vista sulla chiesa barocca (una delle innumerevoli della cittadina) sia lo spazio antistante il balconcino-scalinata, dov’è possibile cenare sotto le stelle. Mentre dentro, appesi alle pareti, spiccano i quadri dal tratto coloratissimo dell’artista Salvo Nicotra. Che tornano, uno in fila all’altro, pure lungo le pareti del locale di Catania, avviato lo scorso anno in via Raffineria e ora trasferito nella centralissima via Corciferi.

Modica e Santa Maria La Scala

Un imprenditore pacato e pacifico Emanuele. Ma con mille pensieri a frullargli costantemente in mente. Segno di un’indole volitiva, intraprendente e propositiva. Che lo ha condotto a una decisione: alzare la saracinesca del terzo fratello di Frumento. Nella vertiginosa Modica.

“Il voler aprire a Modica segue l’idea di essere presenti nei centri storici di importanti città turistiche, rappresentative dell’identità dell’isola. Vogliamo che la pizza abbia anche il compito, così come lo ha sempre la cucina, di farsi veicolo di conoscenza di storie, memorie, progetti, persone legate al cibo e alla sua cultura. Ecco perché Modica, con la sua tradizione ma anche con i grandi protagonisti della sua enogastronomia contemporanea, mi è sembrato un posto dove non potevamo non arrivare”, commenta Serpa. Orgoglioso della nuova avventura modicana, tuffata fra monumenti barocchi (facenti parte del Patrimonio Unesco del Val di Noto) e un cioccolato fortemente identitario. Ma orgoglioso pure di annunciare un ennesimo new opening: quello di Frumento a Mare, in quel di Santa Maria La Scala, fascinoso borgo di pescatori.

“Santa Maria La Scala è un posto che ha un ruolo speciale nel cuore di tutti gli acesi e di tutti i catanesi, e che fa innamorare immediatamente tutti i turisti. Vogliamo offrire a tutti loro uno spazio di benessere che celebrerà il nostro amore per la cucina di mare”.

Una cucina semplice ed essenziale, pulita e di facile concezione, fatta di masculini e di triglie, di pesce spada e di pesce spatola, di seppie e di polpo arrostito con olio, menta e peperoncino. 

“Avremo una carta con una quindicina di punti fermi. Poi ci sarà quel che il mare ci darà”. Dentro: una ventina di posti. Fuori: una terrazza con panorama sul blu. E sulla Riserva Naturale Orientata La Timpa...

Pizza in purezza

È questo un altro claim di Frumento. E pure di Emanuele Serpa. Che per quanto riguarda gli impasti non ama mescolare, bensì lavorare in assolo. Per raccontare tutta la verità, nient’altro che la verità. Ecco allora l’impasto napoletano, steso a ruota di carro e messo a segno con la farina Petra 5063. Per una pizza rilassante, spensierata e popolare. 

“Perché l’esperienza in pizzeria deve tornare a essere confortante”, sostiene lui. “Incluse alcune imperfezioni. Dopotutto, anche se la pizza viene un pochino storta, non importa. L’importante è che sia autentica”.

Un bel messaggio quello di Emanuele, per un impasto soffice e fragrante, per un gusto delicato e per un morso rassicurante. Una ruota di carro ideale per essere cucita addosso alla collection delle Margherite. 

“Certo, ogni impasto meglio si adatta a determinati condimenti. Noi al tavolo consigliamo e cerchiamo di orientare gli ospiti”, continua il patron. Che in carta mette pure una base di solo grano duro russello e un'altra di grano duro perciasacchi. Entrambi profondamente siciliani. 

“L’idea è quella di creare una pizza capace di ricordare il pane di semola di grano duro che qui si fa e che si è sempre fatto”, ribadisce. Basta provare la focaccia bianca di russello in tandem col prosciutto di suino nero dei Nebrodi per capire il ben riuscito matrimonio. 

Intanto? Emanuele fa qualche sperimento con la farina Petra Evolutiva, unita al perciasacchi. Per rispettare testardamente la sicilianità. Anzi, tempo fa ha persino utilizzato la segale irmana coltivata dall’azienda agricola Serafica, che in contrada San Leo a Belpasso, a mille metri di altitudine e alle pendici meridionali dell’Etna, la fa crescere con passione, attenzione e nessuna fretta, dedicandole ben cinque ettari. Fra ulivi e papaveri.

Emanuele Serpa: "Cresciamo come catena di pizzerie artigianali nei centri storici delle città".

Da Frumento, pizza in purezza e senza fretta. Lo ripetono (a voce). Lo scrivono sulle magliette (bianco su nero). Lo stampano sulle tovagliette (in carta riciclata). Lo evidenziano sui cartoni della pizza (da asporto). Quasi fosse un mantra: “Le cose buone arrivano sempre senza fretta”.

Perché senza fretta si ragiona meglio, si riflette meglio, si mangia meglio e si fa tutto meglio. Perché lentamente è sinonimo di consapevolmente. Perché slow fa rima con wow. Loro, quelli di Frumento, la pensano così. In primis il suo deus ex machina Emanuele Serpa: millesimo 1990, catanese (con padre calabrese), idee chiare in testa, spalle solide e piedi per terra. Anche se spesso guida l’auto, premendo con calma l’acceleratore. Per far la spola dall’una all’altra delle sue due insegne, aperte entrambe anche grazie al supporto della moglie Federica Lazzaro. “Io e Federica siamo la stessa cosa e condividiamo tutto”, precisa lui.

Acireale e Catania

Ecco allora il locale capostipite, inaugurato nel 2015 ad Acireale, in piazza Giuseppe Mazzini, laddove un tempo vi era una banca. Segni particolari? Tanto legno, giardini verticali a rinvigorire i muri, tavoli alti e tavoli bassi (per andare incontro a ogni esigenza) e un affaccio privilegiato sulla basilica di San Sebastiano.

“Questo tavolo è richiestissimo. Inoltre, in estate, allestiamo un bel dehors, creando una terrazza su due livelli”, precisa il responsabile di sala Mario Musmarra, indicando sia il desco-vetrina con vista sulla chiesa barocca (una delle innumerevoli della cittadina) sia lo spazio antistante il balconcino-scalinata, dov’è possibile cenare sotto le stelle. Mentre dentro, appesi alle pareti, spiccano i quadri dal tratto coloratissimo dell’artista Salvo Nicotra. Che tornano, uno in fila all’altro, pure lungo le pareti del locale di Catania, avviato lo scorso anno in via Raffineria e ora trasferito nella centralissima via Corciferi.

Modica e Santa Maria La Scala

Un imprenditore pacato e pacifico Emanuele. Ma con mille pensieri a frullargli costantemente in mente. Segno di un’indole volitiva, intraprendente e propositiva. Che lo ha condotto a una decisione: alzare la saracinesca del terzo fratello di Frumento. Nella vertiginosa Modica.

“Il voler aprire a Modica segue l’idea di essere presenti nei centri storici di importanti città turistiche, rappresentative dell’identità dell’isola. Vogliamo che la pizza abbia anche il compito, così come lo ha sempre la cucina, di farsi veicolo di conoscenza di storie, memorie, progetti, persone legate al cibo e alla sua cultura. Ecco perché Modica, con la sua tradizione ma anche con i grandi protagonisti della sua enogastronomia contemporanea, mi è sembrato un posto dove non potevamo non arrivare”, commenta Serpa. Orgoglioso della nuova avventura modicana, tuffata fra monumenti barocchi (facenti parte del Patrimonio Unesco del Val di Noto) e un cioccolato fortemente identitario. Ma orgoglioso pure di annunciare un ennesimo new opening: quello di Frumento a Mare, in quel di Santa Maria La Scala, fascinoso borgo di pescatori.

“Santa Maria La Scala è un posto che ha un ruolo speciale nel cuore di tutti gli acesi e di tutti i catanesi, e che fa innamorare immediatamente tutti i turisti. Vogliamo offrire a tutti loro uno spazio di benessere che celebrerà il nostro amore per la cucina di mare”.

Una cucina semplice ed essenziale, pulita e di facile concezione, fatta di masculini e di triglie, di pesce spada e di pesce spatola, di seppie e di polpo arrostito con olio, menta e peperoncino. 

“Avremo una carta con una quindicina di punti fermi. Poi ci sarà quel che il mare ci darà”. Dentro: una ventina di posti. Fuori: una terrazza con panorama sul blu. E sulla Riserva Naturale Orientata La Timpa...

Pizza in purezza

È questo un altro claim di Frumento. E pure di Emanuele Serpa. Che per quanto riguarda gli impasti non ama mescolare, bensì lavorare in assolo. Per raccontare tutta la verità, nient’altro che la verità. Ecco allora l’impasto napoletano, steso a ruota di carro e messo a segno con la farina Petra 5063. Per una pizza rilassante, spensierata e popolare. 

“Perché l’esperienza in pizzeria deve tornare a essere confortante”, sostiene lui. “Incluse alcune imperfezioni. Dopotutto, anche se la pizza viene un pochino storta, non importa. L’importante è che sia autentica”.

Un bel messaggio quello di Emanuele, per un impasto soffice e fragrante, per un gusto delicato e per un morso rassicurante. Una ruota di carro ideale per essere cucita addosso alla collection delle Margherite. 

“Certo, ogni impasto meglio si adatta a determinati condimenti. Noi al tavolo consigliamo e cerchiamo di orientare gli ospiti”, continua il patron. Che in carta mette pure una base di solo grano duro russello e un'altra di grano duro perciasacchi. Entrambi profondamente siciliani. 

“L’idea è quella di creare una pizza capace di ricordare il pane di semola di grano duro che qui si fa e che si è sempre fatto”, ribadisce. Basta provare la focaccia bianca di russello in tandem col prosciutto di suino nero dei Nebrodi per capire il ben riuscito matrimonio. 

Intanto? Emanuele fa qualche sperimento con la farina Petra Evolutiva, unita al perciasacchi. Per rispettare testardamente la sicilianità. Anzi, tempo fa ha persino utilizzato la segale irmana coltivata dall’azienda agricola Serafica, che in contrada San Leo a Belpasso, a mille metri di altitudine e alle pendici meridionali dell’Etna, la fa crescere con passione, attenzione e nessuna fretta, dedicandole ben cinque ettari. Fra ulivi e papaveri.

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