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Pizzeria Ninì


Via Cervino 5, Montesilvano (Pescara)

Aperto dalle 19.30 alle 24

Chiuso il martedì

Tel. 333 5300663

PIZZERIA NINÌ

Partner: Nicola Ferrandino

Via Cervino 5, Montesilvano (Pescara)

tel 333 5300663

https://www.instagram.com/ninipizzeria
https://www.facebook.com/pizzerianini/
“Questo non è un posto dove mangi la pizza, ti alzi e vai via. Qui assapori con calma e poi rimani a far due chiacchiere”, precisa Nicola Ferrandino: classe 1989, natali pescaresi, radici pugliesi (per via dei nonni, originari di Apricena) e un presente al timone della Pizzeria Ninì, a Montesilvano Colle. Un locale raffinato, nutrito da legno, archi e mattoni a vista. 

“Abbiamo anche un belvedere e d’estate si cena fuori, ammirando il panorama, che arriva sino al mare”, continua Nicola. Che ha preso le redini dell’insegna sul finire del 2019, concependola come un vero ristorante. Con la pizza e il pane quali protagonisti.

Un pizzeria che non è una pizzeria. Perché Ninì è sempre stato un ristorante: aperto anni fa da Nicola Salvatorelli in tandem con Niko Romito. E poi perché Ferrandino ha una forma mentis da cuoco. Vuoi per gli anni trascorsi a dare una mano nel locale di famiglia, il Brigantino di Pescara. Vuoi per il corso di tre mesi (più lo stage) frequentato all’Accademia Niko Romito. 

“È stato fondamentale. Mi ha dato le basi per tutto. Ed è lì che ho cominciato ad apprezzare l’arte della panificazione”, confessa il pizza chef. Che, anno dopo anno, passo dopo passo, ha affinato la sua ars culinaria. Fino a rilevare Ninì. Dove lavorano anche il fratello Lorenzo e la moglie Valeria, alla regia della sala.  

“La mia è una pizza da degustazione. A lievitazione naturale, messa a punto con le farine biologiche Petra 1110 e 1119, e servita a spicchi. Una pizza a metà strada fra la classica tonda e il padellino. E con il pane e fare da matrice”, spiega Nicola. 

Attentissimo a condimenti e farciture. Spesso e volentieri pronti a valorizzare la filiera abruzzese. 

“Utilizzo la cipolla di Fara Filiorum Petri, dolce e piatta. La faccio stufare. E la metto sulla pizza”, ricorda l’artigiano, menzionando un teatino Presidio Slow Food. 
“Ma propongo anche una pizza con il formaggio Gregoriano e il prosciutto di pecora di Gregorio Rotolo, nonché i fichi bio, leggermente caramellati, di Francesco Cirelli, un viticoltore teramano”, continua lui. Fiero anche della sua pizza in teglia. Proposta come antipasto, in due versioni: farcita con mortadella e caciocavallo barricato di Rotolo; e con porchetta homemade. 

“Prendo la carne di maiale da un allevatore di Sambuceto, in provincia di Chieti. E la cuocio prima nel forno ventilato e poi a bassa temperatura”, racconta Nicola.

Intanto? Fa il pane. Anzi, pagnotte. Anche in declinazione iper integrale con Petra 9. 

“Pane che voglio valorizzare in abbinata alla carne. In progetto c’è infatti di montare una griglia basculante, dove cuocere diversi tagli di carni abruzzesi. Inclusi pecora e agnello. Non tradendo gli arrosticini”, annuncia Ferrandino. Che nutre una vera passione per le piante. 

“In tempo di lockdown ho studiato su un’enciclopedia botanica. All’esterno ho persino limoni, aranci e peri. E un piccolo orto aromatico. Ma mio padre ha pure un altro orto. Da lì vengono i pomodori che usiamo. E le zucche. Ho ideato una pizza con zucca, spinaci, cotechino e pecorino di Gregorio. È riuscita davvero bene”.

“Questo non è un posto dove mangi la pizza, ti alzi e vai via. Qui assapori con calma e poi rimani a far due chiacchiere”, precisa Nicola Ferrandino: classe 1989, natali pescaresi, radici pugliesi (per via dei nonni, originari di Apricena) e un presente al timone della Pizzeria Ninì, a Montesilvano Colle. Un locale raffinato, nutrito da legno, archi e mattoni a vista. 

“Abbiamo anche un belvedere e d’estate si cena fuori, ammirando il panorama, che arriva sino al mare”, continua Nicola. Che ha preso le redini dell’insegna sul finire del 2019, concependola come un vero ristorante. Con la pizza e il pane quali protagonisti.

Un pizzeria che non è una pizzeria. Perché Ninì è sempre stato un ristorante: aperto anni fa da Nicola Salvatorelli in tandem con Niko Romito. E poi perché Ferrandino ha una forma mentis da cuoco. Vuoi per gli anni trascorsi a dare una mano nel locale di famiglia, il Brigantino di Pescara. Vuoi per il corso di tre mesi (più lo stage) frequentato all’Accademia Niko Romito. 

“È stato fondamentale. Mi ha dato le basi per tutto. Ed è lì che ho cominciato ad apprezzare l’arte della panificazione”, confessa il pizza chef. Che, anno dopo anno, passo dopo passo, ha affinato la sua ars culinaria. Fino a rilevare Ninì. Dove lavorano anche il fratello Lorenzo e la moglie Valeria, alla regia della sala.  

“La mia è una pizza da degustazione. A lievitazione naturale, messa a punto con le farine biologiche Petra 1110 e 1119, e servita a spicchi. Una pizza a metà strada fra la classica tonda e il padellino. E con il pane e fare da matrice”, spiega Nicola. 

Attentissimo a condimenti e farciture. Spesso e volentieri pronti a valorizzare la filiera abruzzese. 

“Utilizzo la cipolla di Fara Filiorum Petri, dolce e piatta. La faccio stufare. E la metto sulla pizza”, ricorda l’artigiano, menzionando un teatino Presidio Slow Food. 
“Ma propongo anche una pizza con il formaggio Gregoriano e il prosciutto di pecora di Gregorio Rotolo, nonché i fichi bio, leggermente caramellati, di Francesco Cirelli, un viticoltore teramano”, continua lui. Fiero anche della sua pizza in teglia. Proposta come antipasto, in due versioni: farcita con mortadella e caciocavallo barricato di Rotolo; e con porchetta homemade. 

“Prendo la carne di maiale da un allevatore di Sambuceto, in provincia di Chieti. E la cuocio prima nel forno ventilato e poi a bassa temperatura”, racconta Nicola.

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